Yayoi Kusama

Yayoi Kusama

11/04/2005 - 28/05/2005

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photo: veduta parziale mostra Studio Guenzani, 2005.

YAYOI KUSAMA

La mostra propone un intervento ambientale che coinvolgerà interamente uno dei due locali espositivi della galleria mentre nell’altro saranno esposti alcuni dipinti recenti dell’artista giapponese.
L’installazione, dal titolo “I’m here, but nothing”, creerà nello spazio  un’atmosfera lunare e psichedelica, grazie all’uso “Dots”, piccoli pois che, distribuiti sulle pareti e sugli oggetti della stanza si illumineranno alla luce di Wood.
Kusama ha usato i suoi famosi “Dots” in moltissime installazioni che hanno reso memorabili le sue mostre negli spazi, privati e museali, di tutto il mondo. La luce, i colori, le superfici specchianti, le forme tridimensionali riempite d’aria e lasciate fluttuare nell’ambiente, le sculture di stoffe imbottite, i manichini di legno dipinti,  sono alcuni degli elementi che Kusama usa, con estrema fantasia e libertà, creando installazioni coinvolgenti che costringono lo spettatore ad immergersi in atmosfere surreali e ossessive.
Artista poliedrica e anticonvenzionale, Kusama ha portato avanti fin dagli anni ’50 una sua personale ricerca che ha reso il suo lavoro un unicum, non ascrivibile pienamente a nessun  movimento artistico in particolare. Scultura, pittura, installazioni ambientali, happenings, ma anche fotografia e scrittura, collaborazioni con musicisti e stilisti: l’opera di Yayoi Kusama supera i confini degli ambiti più diversi con risultati sempre sorprendenti e originali.
L’artista giapponese è stata protagonista di mostre personali nei maggiori  musei del mondo, tra gli altri: The Museum of Modern Art, New York; Walker Art Center, Minneapolis; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; The Museum of Modern Art, Tokyo; Le Consortium, Dijon; Kunsthalle, Wien.
Yayoi Kusama ha rappresentato il Giappone alla 45. Biennale di Venezia nel 1993. Storica rimane la sua partecipazione non autorizzata alla Biennale di Venezia nel 1966 con l’opera “Narcissus Garden” una distesa di sfere in acciaio specchiante che l’artista vendeva singolarmente durante la performance alla Biennale.

Press release