Francesca Woodman

Francesca Woodman

5/02/1998 - 14/03/1998

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Francesca Woodman, Horizontale, Providence, Rhode Island, 1976-1977

FRANCESCA WOODMAN

Francesca Woodman nasce a Denver (Colorado) nel 1958. Nell’infanzia trascorre lunghi periodi in Italia, a Firenze e a Roma, in compagnia dei genitori. Comincia a scattare fotografie nel 1975. Dal 1977 al 1978 frequenta la Rhode Island School of Design a Roma. Nel 1979 si trasferisce a New York. Nel maggio del 1980 espone nella mostra collettiva “Beyond Photography 80″, The Alternative Museum, New York. Muore tragicamente nel 1981 a soli 22 anni.
La mostra allo Studio Guenzani comprende 30 fotografie in bianco e nero, realizzate fra il 1975 e il 1980: nudi, nature morte, ritratti e autoritratti. Sono immagini di straordinaria intensità, frutto di un precoce talento creativo.
In Francesca Woodman la ricerca sulle possibilità espressive del mezzo fotografico si accompagna ad un cammino interiore verso la consapevolezza di sé, della propria identità: l’artista fotografa il corpo femminile, molto spesso il proprio corpo, in spazi intimi, luoghi della memoria, stanze dai muri scrostati in cui il tempo si è fermato, giocando a mimetizzarsi con la superficie delle pareti e degli oggetti, lasciando che l’epidermide del corpo si confonda nello spazio con effetti di luce e movimento per divenirne parte integrante.
Francesca Woodman utilizza la fotografia per catturare, rendere visibili e memorizzare immagini che non è possibile cogliere nella realtà sensoriale, per rappresentare un ideale che trascende la vita fisica del singolo individuo, un ideale di libertà assoluta, bellezza e classicità. Il superamento dei limiti del proprio corpo, la sua smaterializzazione, si realizzano attraverso la magia dell’immagine fotografica, che diviene riflesso di una dimensione spirituale.
Il soggetto nelle fotografie di Francesca Woodman si sottrae all’identificazione, nascondendo lo sguardo fra i capelli, volgendo le spalle all’obbiettivo, riflettendosi in superfici specchianti, sfumando dietro pareti a vetro. Le inquadrature escludono spesso il volto per concentrare l’attenzione sul corpo, sui vestiti e gli oggetti. La specificità del corpo diventa il punto di partenza per una riflessione generale sul mistero dell’esistenza, le potenzialità dell’immaginazione, la percezione di sé e del mondo.