Hiroshi Sugimoto

Hiroshi Sugimoto

16/10/1996 - 20/11/1996

Arcadia, 1998

Hiroshi Sugimoto, Arcadia, Milano, 1998

HIROSHI SUGIMOTO

Nella mostra personale allo Studio Guenzani sono esposte 12 fotografie appartenenti alle serie dei Teatri e dei Drive-In.  Alla fine degli anni Settanta Sugimoto inizia a fotografare gli interni di teatri americani della prima metà del secolo, convertiti successivamente in sale cinematografiche; nel 1992 amplia la propria ricerca iniziando la serie dei Drive-In.

Sugimoto realizza le sue fotografie utilizzando un vecchio apparecchio in legno di grande formato e con tempi di esposizione molto lunghi, sfruttando come unica fonte di illuminazione la luce riflessa dallo schermo cinematografico, in cui si condensano annullandosi le migliaia di immagini del film. Tutte le fotografie sono in bianco e nero e sono state riprese durante la proiezione del film, ma sempre in assenza di pubblico.

Le fotografie dei Teatri e dei Drive-In costituiscono un omaggio al cinema e una riflessione sul ruolo fondamentale che esso ha rivestito nella storia del costume americano, come macchina produttrice di miti. Pur accomunati dal rigore simmetrico e frontale della visione, Teatri e Drive-In presentano alcune differenze sostanziali nella forma e nello stile. Le fotografie dei Teatri sono riprese dall’alto delle balconate, alla massima distanza dallo schermo, per cogliere nell’insieme il disegno architettonico della sala ed evidenziare nei dettagli l’esuberanza delle decorazioni. Nei Drive-In la relazione fra lo schermo e lo spettatore è invece invertita: lo schermo illuminato è ripreso dal basso e i suoi contorni definiti dalla luce si stagliano nell’oscurità notturna, interrotta solamente dalle scie degli aerei di passaggio nel cielo o dal vago riverbero di luci nello sfondo in cui intravedono le sagome di alberi, staccionate, impalcature.

Il concetto del lavoro in serie è un aspetto fondamentale della fotografia di Sugimoto: se guardare ogni singola immagine ci consente di apprezzarne la precisa composizione, le gradazioni tonali, la chiarezza del dettaglio, osservarle in successione significa effettuare un lavoro di comparazione che permette di coglierne il più profondo significato.

L’opera di Sugimoto racchiude una riflessione sui concetti di spazio e tempo: dilatando i tempi di esposizione della pellicola, Sugimoto crea immagini dense e complesse, che registrano non solo lo spazio ma anche ogni minima variazione incorsa del tempo; raccogliere tutte le informazioni in esse contenute significa percorrere un viaggio a ritroso nel tempo.

 

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