Kcho

Kcho

06/06/1996 - 30/07/1996

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Veduta parziale mostra Kcho, Studio Guenzani, 1996

 KCHO

(Alexis Leyva) è nato nel 1970 a Nueva Gerona, Isla de la Juventud (Cuba). Vive e lavora a La Habana.

Le opere di questo giovane artista cubano sono state esposte recentemente in alcune importanti mostre collettive, seguite con attenzione dalla critica internazionale, “Cocido y Crudo” al Centro Reina Sofia di Madrid, la Biennale di Kwangju in Corea (dove ha vinto il premio come migliore artista) e in Italia la mostra “Campo” durante l’ultima Biennale di Venezia, mostre che hanno segnato una tappa fondamentale in quella che si annuncia essere la tendenza principale dell’arte di fine millennio: l’apertura delle frontiere linguistiche e culturali fra i continenti e le sempre maggiori occasioni di incontro fra artisti di diverse nazionalità.

Kcho rappresenta l’idea della fuga e dell’esodo attraverso sculture e installazioni realizzate con materiali poveri, rottami, assi di legno, copertoni, ogni sorta di rifiuti che l’artista raccoglie e riassembla, costruendo fragili strutture che nella loro precarietà ricordano i relitti usati come zattere dai “balseros” cubani per tentare una fuga dall’isola.  Sono opere che prendono spunto dalla vita quotidiana di Cuba, dai suoi problemi e dalle sue contraddizioni: materiali poveri ma carichi di storia ci parlano di precarietà dell’esistenza, di speranze sconfitte dal tempo, il tempo che corrode la materia e cancella i sogni.  Ma le stesse opere sono espressione di un bisogno universale dell’uomo: il desiderio di viaggiare, di muoversi da un posto ad un altro, di lasciarsi alle spalle il passato per ricominciare, per ricostruire la propria vita.

 


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